LA GUERRA DI OMEGNA CONTRO UNICREDIT
I guai in tribunale per le grandi banche non finiscono mai e quando non si tratta di grandi scandali si deve purtroppo ricorrere al giudice per le continue beghe (non sempre infondate) create da comuni e associazioni di consumatori. Stavolta è il caso del comune di Omegna che dopo aver ricevuto il parere favorevole del Tar si è visto rispondere da Unicredit (http://www.investiresubito.it/gli-antenati-di-unicredit-il-fascismo/) con un ricorso in appello. Ma procediamo con ordine. Al centro di tutto i contratti derivati, croce e delizia di molti investitori ma più croce, soprattutto per i risparmiatori che come molti precedei episodi sui bancari insegnano essere tra le prime vittime della facilità d’uso di questi strumenti. Strumenti che, come vediamo sempre più speso, anche le amministrazioni comunali non disdegnano tra le loro fonti di guadagno, ma speso la riuscita è tutt’altro che conveniente per l’ente pubblico che perciò i rivolge sempre più sovente alla giustizia ordinaria. In questo caso il Tribunale amministrativo ha votato a favore del comune di Omegna, ma Unicredit ha già fatto sapere di non mollare la presa e di ricorrere in appello. La storia in sè è piuttosto lunga. Risale al 2012 quando la giunta Quaretta aveva annullato unilateralmente gli accordi stipulati con Unicredit ufficialmente, come recitano le motivazioni, per «violazioni riscontrate» ma anche per la presenza di «vizi di legittimità nella stipula degli atti». Anche perchè i contratti erano stati approvati da un atto della Giunta e non da un a delibera del consiglio comunale, visto che si trattava di impegnare i bilanci del comiune non solo per quella giunta, ma anche per gli anni a venire. Anche perchè le lamentele dei difensori del commune puntavano anche sui contrno pocio chiari circa i rischi per il commune, non evidenziati. Situazione di per sè complicate, come anche le dinamiche alla base dei derivati, uno strumento già di per sè non particolarmente chiaro, che diventa pericoloso quando in ballo ci sono troppi attori sulla scena. E soprattutto quando spesso alla base di tutto i capitali sono a un livello troppo alto e coinvolgono risparmiatori inconsapevoli. A questo punto impossibile non citare, oltre a Unicredit protagonista di questa storia, anche Mps, che fu invece interprete di un dramma non tanto lontano nel tempo e di proporzioni ben più gravi rispetto alla faccenda qui narrata.Infatti per l’amministrazione comunale, adesso la perdita calcolata, ingente anch’essa, sarebbe di un milione di euro. Ad ogni modo un altro problema non indifferente in tutto questo, sono le casse comunali che, già sufficientemente depauperate dalla crisi, oltre che dal taglio dei finanziamenti da parte dello Stato agli enti locali, adesso si vedono costrette ad un esborso extra che nel caso specifico del comune di Omegna ammonta a 25 mila euro. il tutto per far valere in sede legale le proprie ragioni le quali, ad un primo gradino, sono state accolte come valide.Adesso bisognerà vedere i prossimi round dell’incontro a chi saranno aggiudicati.